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Immagine per il produttore Marc Chagall

Marc Chagall

Marc Chagall nasce nel 1887 a Vitebsk, antica cittadina e vivace capoluogo di provincia dell’Unione Sovietica, abitato per metà da popolazione ebrea. Anch’egli ebreo, cresce in una famiglia profondamente religiosa, numerosa e abbastanza unita. Pur trascorrendo in Francia buona parte della sua esistenza, in tutta la sua opera non mancano riferimenti alle sue origini, alla famiglia e a Vitebsk, da lui stessa definita la ”città triste e gioiosa”. Se inizialmente i genitori sono restii nell’assecondare il talento del piccolo Marc, in seguito si lasciano convincere dalle capacità che il bambino mostra nel disegno: dopo avergli fatto frequentare dei corsi specializzati, a diciassette anni il giovane artista prende le prime lezioni dal pittore locale Jehuda Pen. Poco dopo si trasferisce a San Pietroburgo, dove va a bottega da diversi artisti, guadagnandosi da vivere in vari modi. Per Chagall tutto questo è doppiamente difficile, poiché essendo ebreo, non può vivere a San Pietroburgo senza permesso di soggiorno, tanto che per un periodo, seppur breve, viene persino incarcerato. Uno dei suoi maestri è Léon Bakst, famoso per le scenografie teatrali dei balletti russi di Sergej Djagilev; a lui si deve l’intenzione di Chagall di vedere Parigi, allora epicentro artistico e culturale. Vi si reca nel 1910, grazie all’aiuto di Maxim Vinaver, ricco editore considerato da lui un secondo padre, che acquistando le sue prime opere garantisce all’artista una piccola rendita. Le tonalità scure e cupe del suo periodo di formazione vengono ora stemperate dai colori chiari che elabora dopo essersi accostato alla pittura del Fauvismo e Cubismo. Matura quindi un linguaggio del tutto personale, dotato di una carica espressiva capace di narrare, con i toni leggeri ma emotivi di una favola, ricordi e sentimenti appartenuti al suo passato, ma sopravvissuti al tempo e alla storia. Sono i contadini russi, le tradizioni ebraiche, il circo e l’amore per la moglie Bella, figure ambientate in scenari spensierati e irreali, che diventano metafore della commedia e tragedia umana.

Nonostante la nostalgia dei primi tempi, Chagall supera questa iniziale difficoltà e presto entra nel circolo culturale La Ruche (L’Alveare), composto perlopiù da stranieri, mentre intanto espone le prime opere. Nel 1914, a Berlino, inaugura la prima personale alla Der Sturm, una galleria che promuove l’arte d’avanguardia. La mostra riscuote un certo successo e Chagall torna a Vitebsk, mentre ad agosto scoppia la guerra ed è costretto ad arruolarsi senza poter lasciare la Russia. Ma grazie al divieto di espatrio può riprendere a frequentare Bella, già conosciuta qualche anno prima, e nel 1915 i due si sposano. Sotto le armi svolge un ruolo amministrativo, e pur non essendo impegnato politicamente, è coinvolto dagli eventi della Rivoluzione Russa e viene nominato Commissario artistico per la provincia di Vitebsk, dove istituisce un’accademia e dirige un museo. Nel 1919 il pittore astrattista Kazimir Malevich, diventa docente nella scuola e le divergenze tra i due portano Chagall a lasciare Vitebsk per trasferirsi a Mosca, lavorandovi come scenografo per il neo Teatro Ebraico di Stato. Nel 1922, deluso dalla vita della Russia post-rivoluzionaria, parte per Berlino, ma l’anno seguente, invitato dal mercante d’arte Ambroise Vollard, torna a Parigi per lavorare come illustratore a una collana di classici, tra cui Anime morte di Gogol, le Favole di La Fontaine e la Bibbia. Nel 1935 è a Vilnius, attuale capitale della Lituania, per l’apertura di un istituto yiddish, e approfitta dell’occasione per visitare il ghetto di Varsavia. Impressionato dal clima antisemita che continua ad espandersi nella città, l’esperienza è così intensa da ispirargli il dipinto Crocifissione bianca, tra i più rappresentativi ed emblematici della sua produzione.

Con l’invasione tedesca della Francia e con le leggi antisemite gli viene revocata la cittadinanza francese e nel 1940 si trasferisce prima nel sud per essere più al sicuro, ma l’anno successivo è costretto a fuggire in Spagna, da dove salpa per gli Stati Uniti. La fama di cui già gode gli permette di incrementare il suo successo anche oltreoceano attraverso una serie di mostre e commissioni prestigiose: Pierre Matisse, figlio di Henri e uno dei più importanti mercanti d’arte del tempo, allestisce una sua mostra nella galleria di New York; nel 1942 il coreografo russo Léonide Massine gli affida le scene e i costumi dell’American Ballet Theatre. Ma nel 1944 questo periodo sereno è bruscamente interrotto dalla morte di Bella e Chagall interrompe la sua attività artistica, ripresa dopo aver conosciuto la giovane inglese Virginia Haggard, che gli faceva da interprete. Dalla relazione nasce il figlio David nel 1946, lo stesso anno in cui il Museum of Modern Art di New York e l’Art Institute di Chicago gli dedicano una retrospettiva. Nonostante la fama acquisita anche negli Stati Uniti, Chagall non vi si sente del tutto a proprio agio e nel 1948 ritorna in Francia. Riprende a lavorare con giovanile entusiasmo quando si risposa con Valentina Brodskij e trascorre una vecchiaia serena, dedicandosi oltre che alla pittura, alla grafica, alla scenografia, alla ceramica e alla decorazione di vetrate. Continua a ricevere numerosi incarichi e quando nel 1985 muore a Saint-Paul-de-Vence, a novantasette anni, è considerato tra i più grandi maestri del Novecento, l’ultimo esponente di quell’arte rivoluzionaria che ha preceduto la Prima Guerra Mondiale.

Marc Chagall nasce nel 1887 a Vitebsk, antica cittadina e vivace capoluogo di provincia dell’Unione Sovietica, abitato per metà da popolazione ebrea. Anch’egli ebreo, cresce in una famiglia profondamente religiosa, numerosa e abbastanza unita. Pur trascorrendo in Francia buona parte della sua esistenza, in tutta la sua opera non mancano riferimenti alle sue origini, alla famiglia e a Vitebsk, da lui stessa definita la ”città triste e gioiosa”. Se inizialmente i genitori sono restii nell’assecondare...

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