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Immagine per il produttore Renato Guttuso

Renato Guttuso

Guttuso è una figura chiave del XX secolo, cronista e narratore della società italiana. Artista libero che nel corso della sua carriera, forgia il suo stilo singolare e riconoscibile, dove combina espressionismo e realismo, entrambi modernizzati ed influenzati da nuove tendenze, come il cubismo e l'arte astratta, ma senza addentrarsi completamente in esse poiché la sua arte si concentra nell’essenza della forma e della figura. È, innanzitutto, un realista; per lui, la realtà viene prima di tutto, cruda o desolante che sia, e con grande coscienza di classe sociale, impegnando il suo estro anche in attività politiche e sociali. Ritrae ciò che conosce, la sua terra, le sue radici. L'amore per la Sicilia si respira in ogni opera, tramite i suoi forti tratti che mostrano una grande potenza e carattere accompagnati da colori vivaci, contratti e saturi. Contrappone alle composizioni complesse corali quelle semplici e intime, piene di vita fatta di inquietudine e passione.

Renato Guttuso nasce a Bagheria il 26 dicembre 1911. La pittura diventa presto la sua passione dato che da bambino è circondato d’arte: visita spesso gli studi degli artisti locali, pittori e musici, come Domenico Quattrociocchi e Emilio Murdolo, e anche suo padre, agronomo, dipinge acquarelli nel tempo libero. Da adolescente inizia gli studi di liceo a Palermo, dove frequenta lo studio del pittore futurista Pippo Rizzo e comincia a firmare sui primi quadri. A sedici anni espone nella collettiva “Mostra Sindacale Siciliana” a Palermo.

Si iscrive alla facoltà di giurisprudenza però la lascia poco dopo per dedicarsi esclusivamente alla pittura. Fin da subito prende parte a grandi mostre: nel 1931 la giuria ammette due dei suoi dipinti nella Prima Quadriennale Nazionale d’Arte Moderna di Roma e dopo nel 1932 partecipa alla mostra “Gruppo di pittori siciliani” a Milano. Fa anche lavori di restauro alla Pinacoteca di Perugia e alla Galleria Borghese di Roma, dove conosce artisti come Mafai, Trombadori, Cagli, Fazzini, Mirko e Carlo Levi. In questi anni anche fa il critico d’arte e lavora con riviste e giornali, come l’Ora di Palermo ma nel 1933 viene sospeso per l’intervento della censura fascista a causa d’un articolo su Picasso. Sempre in polemica con il primitivismo degli artisti novecentisti forma con Giovanni Barbera, Nino Franchina e Lia Pasqualino il Gruppo dei 4, con qui espone a Milano, intessendo amicizie con gli artisti, critici ed intellettuali del momento come Sassu, Fontana, Treccani, Raffaelle de Grada, Antoni Banfi,ecc. In questo periodo a Milano, dove rimane sino 1935 per fare il servizio militare, sperimenta le dure condizioni di vita in un periodo di crisi economica.

Nel 1937 si trasferisce a Roma, e diventa uno dei protagonisti della vita culturale romana, trasformando il suo studio in un luogo d’incontro di artisti e intellettuali della città. Sono anni di splendore pittorico e cambiamenti personali. Nasce il suo rapporto con il partito comunista e conosce Mimise Dotti, compagna per tutta la vita. Espone nelle gallerie più importanti di Roma e Milano e lavora anche come scenografo. Vince il terzo Premio Bergamo con la tela Fuga dall’Etna e nel 1942 il secondo premio con la Crocifissione: tela controversa e simbolica del conflitto che colpisce l'Italia trasfigurgurando la sofferenza di Cristo in quelli che soffrono per la lotta dei propri ideali. In seguito al suo impegno con l'antifascismo è costretto a lasciare Roma per mesi partecipando attivamente alla lotta partigiana con il movimento della Resistenza, di cui lascia una testimonianza anche artistica con il suo album clandestino di disegni “Gott mitt Uns”.

In seguito al dopoguerra Guttuso viaggia spesso a Parigi dove conosce Picasso, con cui presto stringe un’amicizia per tutta la vita. Fonda nel 1947 il Fronte Nuovo delle Arti con artisti e amici come Birolli, Vedova, Morlotti e Turcato sempre con l'obiettivo di aprire la pittura italiana, isolata dal fascismo, alle diverse correnti europee del momento. Nel 1950 è eletto membro del Consiglio mondiale della pace, e organizza la sua prima mostra a Londra che lo spinge con gran successo verso il mercato e la critica internazionale. In questa periodo è frequentemente presente alle Biennali di Venezia con grande opere. Negli anni 60 espone anche a New York, Mosca, Londra ed Amsterdam affascinando tutti con le sue tele piene di tetti, nature morte, nudi della sua musa Marta Marzotto, e anche con quelle che donano dignità a temi sociali, entro la corrente realista. Nel 1966 realizza l'acclamato ciclo dell’Autobiografia affidandosi alle immagini della sua memoria di Bagheria, ma sempre senza dimenticare il presente e il suo impegno sociale. Dipinge anche opere come il grande Giornale murale Maggio ' 68 di grande immediatezza con le contestazioni giovanili della primavera del 1968. 

Raggiunta la grande maturità artistica, nel 1971 riceve a Palermo la laurea honoris causa e gli sono dedicate due antologiche: a Palazzo dei Normanni a Palermo ed a Parigi al Museé d’Art Moderne. Anche a Mosca viene accolto calorosamente, riceve il premio “Lenin per la pace e l’amicizia dei popoli” suggellato dall'organizzazione di una grande mostra che percorre tutta l'Europa dell'Est. In quegli anni dipinge grande tele che riflettono un profondo sentimento per la sua terra e diventano simboli della cultura italiana: I Funerali di Togliatti, La Vucciria ed Il Caffè Greco. Un corso diverso prende il ciclo sulle Allegorie, esposto nel 1981. Guttuso qui è riflessivo, allude ai sentimenti, all'essere umano, all'occulto, ottenendo grande succeso e fascinazione. In questi anni dipinge il grande murale Fuga in Egitto a Varese, la grande tela Bosco d’Amore, ed un’opera monumentale: gli affreschi del soffitto del teatro lirico di Messina raccontando la leggende del Cola Pesce. Negli anni successivi, a cura di Enrico Crispolti, si stampano i trè primi volumini del catalogo generale dei sui dipinti raccogliendo tutta una vita di lavoro e passione per l'arte.

Dopo una carriera in cui, con un linguaggio artistico molto personale che allo stesso tempo diventa collettivo, riesce a ritrarre con un'espressività ammirevole, sia la società italiana del momento che le tradizioni dello stile di vita siciliano. Renato Guttuso muore a Roma il 18 gennaio 1987, lasciando l'eredità della sua arte alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e al museo in Villa Cattolica della sua città natale, Bagheria, intitolato come lui, che raccoglie una ampia collezione di opere, quadri, disegni e grafica dell’artista. Dopo sua morte, proprio a Villa Cattatolica, viene organizzata una gran mostra con il contributo dei grandi critici italiani. Suo figlio Fabio Carapezza Guttuso fonda gli Archivi Guttuso.

Guttuso e la tradizione pittorica del Novecento 

Renato Guttuso è stato uno dei più importanti pittori italiani del Novecento e il suo contributo alla tradizione pittorica siciliana è stato significativo. Guttuso è stato uno dei principali esponenti del movimento artistico del realismo sociale, che ha cercato di rappresentare la vita quotidiana e le condizioni sociali dell'epoca. Questo approccio alla pittura ha avuto un impatto notevole sulla tradizione pittorica siciliana, spingendo gli artisti locali a esplorare temi sociali e politici attraverso le loro opere. Inoltre, Guttuso ha portato una prospettiva moderna e cosmopolita alla scena artistica siciliana. Dopo aver studiato a Roma e aver viaggiato all'estero, ha integrato influenze provenienti da diverse tradizioni artistiche europee nel suo lavoro. Questo ha contribuito a rompere con le convenzioni regionali e a portare un nuovo dinamismo e una nuova visione alla pittura siciliana.

Contributo al panorama artistico siciliano 

Guttuso ha trattato molti temi legati alla Sicilia nelle sue opere, dalla vita contadina alla lotta politica e sociale. Il suo impegno nel rappresentare la realtà siciliana, con tutte le sue contraddizioni e sfumature, ha contribuito ad arricchire e rinnovare la tradizione artistica della sua isola. Il contributo di Renato Guttuso alla tradizione pittorica siciliana del Novecento è stato quello di introdurre nuove prospettive, temi e tecniche, arricchendo così il panorama artistico locale e influenzando generazioni successive di artisti siciliani.

I nudi femminili di Renato Guttuso nelle sue opere 

Renato Guttuso, uno dei più importanti pittori italiani del XX secolo, è noto per le sue opere che spesso ritraggono figure femminili in tutta la loro bellezza e sensualità. I nudi femminili di Guttuso sono caratterizzati da linee morbide e sinuose, che esaltano le forme del corpo femminile in modo naturale e spontaneo.

Nei dipinti di Guttuso le donne sono spesso rappresentate in pose naturali e rilassate, come ad esempio sdraiate su un letto o distese su una spiaggia. Il pittore siciliano è riuscito a cogliere la loro essenza più intima e autentica, restituendo attraverso i suoi dipinti un'immagine della femminilità libera e spontanea.

Uno dei nudi femminili più famosi di Guttuso è senza dubbio quello presente nel dipinto "La Vucciria", realizzato nel 1974. In questa opera, una donna nuda è ritratta mentre si staglia contro uno sfondo colorato e caotico, rappresentante il celebre mercato di Palermo. La figura femminile appare in tutta la sua bellezza e sensualità, con le curve del corpo messe in risalto dalle pennellate decise e vigorose di Guttuso.

I soggetti preferiti

Renato Guttuso ha affrontato una vasta gamma di soggetti nelle sue opere, ma alcuni sono emersi come i suoi preferiti e più ricorrenti. Tra questi i Paesaggi Siciliani. Guttuso ha spesso dipinto paesaggi della sua terra natale, la Sicilia, catturando la sua bellezza ma anche le sue contraddizioni e la sua durezza. Amava le scene di vita quotidiana: Il pittore era interessato a rappresentare la vita delle persone comuni, specialmente dei contadini e dei lavoratori, mostrando la loro fatica e le loro lotte quotidiane. Rappresentava anche figure politiche e sociali; Guttuso era un artista politicamente impegnato e spesso ritraeva figure politiche e sociali del suo tempo, come rivoluzionari, sindacalisti e intellettuali, contribuendo così al dibattito pubblico attraverso le sue opere. Famose le nature morte; anche se meno frequente rispetto ad altri temi, Guttuso ha dipinto nature morte in molte sue opere, spesso con un tono allegorico o simbolico, che riflettevano le sue preoccupazioni e le sue posizioni politiche. Guttuso ha realizzato numerosi ritratti, inclusi autoritratti e ritratti di amici e colleghi artisti, offrendo uno sguardo intimo sulle persone che lo circondavano. Questi sono solo alcuni dei soggetti preferiti di Guttuso, ma la sua produzione artistica è stata estremamente variegata e ha abbracciato una vasta gamma di temi e stili.

Tecniche pittoriche 

Renato Guttuso era un artista molto versatile che ha sperimentato diverse tecniche pittoriche nel corso della sua carriera. Una delle principali tecniche è certamente la pittura ad olio.

Guttuso è principalmente conosciuto per le sue opere dipinte ad olio su tela. Questa tecnica gli ha permesso di creare opere caratterizzate da colori intensi e vibranti, con un notevole dettaglio e profondità. Anche se meno frequentemente rispetto alla pittura ad olio, Guttuso ha utilizzato anche l'acquerello per creare opere più leggere e fluide, spesso utilizzando questa tecnica per schizzi e studi preparatori. In alcune opere, Guttuso ha combinato diverse tecniche, come ad esempio l'uso di pastelli, matite colorate o inchiostri, per creare effetti visivi unici e sperimentare con la texture e la superficie del supporto.Incisione. Guttuso ha anche sperimentato con l'arte dell'incisione, creando opere grafiche utilizzando tecniche come l'acquaforte e l'acquatinta. Queste opere spesso presentano una linea più incisiva e un'atmosfera più intimista rispetto alle sue dipinti ad olio. Queste sono solo alcune delle tecniche pittoriche utilizzate da Renato Guttuso. La sua versatilità artistica gli ha permesso di esplorare una vasta gamma di stili e approcci nella sua produzione artistica.

Guttuso è una figura chiave del XX secolo, cronista e narratore della società italiana. Artista libero che nel corso della sua carriera, forgia il suo stilo singolare e riconoscibile, dove combina espressionismo e realismo, entrambi modernizzati ed influenzati da nuove tendenze, come il cubismo e l'arte astratta, ma senza addentrarsi completamente in esse poiché la sua arte si concentra nell’essenza della forma e della figura. È, innanzitutto, un realista; per lui, la realtà viene prima...

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