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Arte...terapia

Perché oggi diventa fondamentale dare spazio all’arte, renderla fruibile, sebbene attraverso l’osservanza di accorgimenti e precauzioni sanitarie che la rendano scevra da pericoli di contagio? Perché si chiede a gran voce di riaprire i luoghi della cultura? Perché, soprattutto in un momento di crisi, si sente la chiusura dei luoghi dell’arte come particolarmente penalizzante e opprimente?

In un momento così complesso i templi dello spirito devono ritrovare, oggi più che mai, la propria missione: donare felicità, benessere, pace. Devono assolvere alla loro vocazione intrinseca: guarire i malanni dell’anima. Non si può prescindere dalle prerogative peculiari dell’arte: la meditazione, l’armonia, la libertà. L’arte può, addirittura, rappresentare una vera e propria terapia nei confronti di soggetti con difficoltà e può diventare uno strumento molto efficace nel ristabilire un contatto tra il mondo esterno e il soggetto disabile.

L’arte, attraverso l’uso delle tecniche pittoriche, scultore, grafiche, ma anche attraverso il teatro, la musica e la poesia, si fa strumento comunicativo capace di instaurare una relazione tra il sé e l’altro, un’esplorazione di sé e del mondo esterno, creando un ponte verso un soggetto che deve prendere consapevolezza di sé. L’arte è un regno in cui spariscono i confini tra soggetti abili e disabili, tra chi riesce a comunicare e chi rimane chiuso in un muro di silenzio; rappresentando quel luogo incontaminato in cui ciascuno può “vedere e sentire” la propria realtà, declinata in una gamma di sentimenti ed emozioni codificati in un linguaggio universale che vince ogni distanza, ogni logica, ogni codice.

Esistono tante storie di coraggio e di sofferenza che mostrano spiragli di speranza; quando le barriere architettoniche, le disabilità fisiche, le difficoltà motorie sembrano limitare, se non spegnere, ogni parvenza di vita, l’arte interviene per ridare una speranza, per costituire la nuova strada attraverso cui esprimere la propria interiorità, attraverso cui dare forza e spazio alle proprie emozioni, rintracciando una dimensione di libertà che riscatta da ogni ostacolo, da ogni limite.

Tante storie di disagio, di sconforto, di paura, hanno trovato la propria linfa vitale attraverso la scoperta delle arti come libera espressione di sé;anche la danza rappresenta un linguaggio che lascia esprimere le sensazioni più intime. Esempio di artista completo che vive, nutrendosi di arte in varie sue sfaccettature, è Claudio Cangialosi. Giovane talento siciliano, trapiantato in Belgio, dal genio poliedrico: la sua creatività si è espressa attraverso la danza, in cui oggi riveste il copione ruolo di danzatore e coreografo, nonché attraverso la pittura. Danza e pittura: un connubio capace di spaziare in un ventaglio di linguaggi espressivi funzionali all’accrescimento di sé e del proprio Io.

Un altro artista della nostra galleria, Luca Quaranta, si è cimentato nella “arteterapia” dedicandosi all’insegnamento delle tecniche pittoriche in vari progetti, alcuni dei quali finalizzati alla riabilitazione di soggetti con ritardi cognitivi. La serie Cromie, in catalogo nel nostro sito tra i quadri moderni astratti, mette in luce le emozioni e le sensazioni più profonde dell’anima; luce e colori si fanno strumento di un caos che ritrova una sua armonia. Le sue sfumature, i suoi tratti morbidi sembrano scandagliare le pieghe più profonde dell’anima, rintracciare al loro interno la luce più profonda. Attraverso l’uso di pennelli e spatole, si fa strada un’intensità che diventa armonia, che racconta un’estasi e una pace interiore, linguaggi universali senza tempo, senza luoghi, senza limiti corporei.

L’arte ha sempre rappresentato un luogo sospeso, scevro da pesi, limiti spaziotemporali. L’arte cura e lenisce le ferite, accarezza l’anima. Ecco perché oggi diventa fondamentale dare spazio all’arte, renderla fruibile, pur nella doverosa osservanza di accorgimenti e precauzioni sanitarie, restituendole la sua missione catartica e terapeutica.

written by Sabrina Di Gesaro

Cura la direzione artistica della galleria Raffaello da oltre 25 anni. Al suo attivo l’organizzazione di mostre personali dal respiro internazionale tra cui Joan Mirò nel 2000 e Pablo Picasso nel 2001, esposti per la prima volta a Palermo. Ha creato una collana di cataloghi d’arte Raffaello e promuove i giovani talenti dell’arte contemporanea.

 

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