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Bianco su bianco

Certo non per banalità o palese riflessione, i tempi d’estate, a chi come me vive il mondo dell’abitare come ragione di sentimento e professione, suggerisce la ridondanza di colori, schintillio d’ogni sfumatura a partire dalla primaria tonalità. Soprattutto quei colori che in piena luce, raccontano il grande rumore chiaroscurale della nostra terra già ricca di contrasti, di toni e mezzi toni alle volte presenti nei quadri moderni astratti.

Ora, al pari, non per certo per controtendenza, rimango pervaso allo stesso tempo da uno spiccato desiderio di bianco.

Bianco per dire tutti i colori forse; bianco per un’apparente indecisione nel non scegliere una precisa cromia anche; bianco per l’ambizione di vedervi tutto e niente; bianco, per pulizia interiore dopo un inverno gravido di fatiche; eppure, il desiderio di bianco in tempo d’estate è una cosa che anima l’immaginario di tanti, suggerendo una pacificità non sempre nota.

Anni or sono, affermavo stupidamente che il bianco spesso appariva come un’opera non finita, un’indecisione divenuta scelta, un “lavori in corso” ad oltranza, un chiaro segno d’impersonalità… Debbo ammettere che non solo sbagliavo, come tutti coloro che negano il bianco puro, ma mi opponevo a comprenderlo, ad accettarne il valore, e, diffidente non riuscivo a capire perché gli uomini del polo artico ed antartico hanno almeno tredici modi di dire “bianco”.

Lentamente si arriva a comprendere che la percezione, in fondo, è strettamente legata al proprio ambiente ed al proprio vissuto, così, ad ogni bianco si inizia ad identificare una precisa sensazione da esprimere, proprio come gli uomini del grande freddo; pian piano si comincia leggersi dentro.

In effetti si scopre che nel bianco vi è tutta la capacità d’espressione di ogni colore, al cui confronto è garantito il massimo contrasto. La luce del sole sembra perfettamente bianca (ed in estate certo abbonda), ma Isaac Newton nel seicento dimostrava che quella luce era la somma, la mescolanza di tanti colori, forse di tutti, vibrazione cromatica d’ogni cosa, espressione quindi di ogni sentimento, ogni tensione e stato mentale.

II colore bianco come somma dei tré colori primari simboleggia la totalità e la sintesi di una serie di elementi distinti.

In un certo senso è più che un colore. Quasi un super colore. Per questo spesso il bianco è il protagonista dei quadri moderni per soggiorno.

Per questo René Guénon in Symboks fohdamentaux de la Science sacrée (Parigi 1931) sosteneva che la vera gamma dell'arcobaleno è di sei colori (rosso, arancione, giallo, verde, blu, violetto) e li poneva sulla punta di una «stella di Salomone». Il bianco, settimo colore, lo collocava nel centro (per analogia con il «centro» dello spazio, che ha sei direzioni e cioè due per ogni dimensione).

E’ in tal senso che le realizzazioni d’interno quando sostengono i temi del bianco, ed in particolare del bianco su bianco, diventano puri racconti di sintesi, piene espressioni di completezza, ovvero pronti in ogni direzione, attivi ad ogni sollecitazione esterna.

Nell'Apocalisse il bianco è il colore dell'abito di coloro che «sono usciti da grandi tribolazioni, hanno levato i loro panni e li hanno sbiancati con il sangue dell'Agnello». Gesù, il Giudice, è presentato con capelli «bianchi come la bianca lana» e quelli dell' “Anziano dei Giorni” sono «bianchi come la neve»: il bianco esprime lo stato celestiale.

Il colore bianco manifesta la «volontà» di avvicinarsi a questo stato; per esempio, la neve è una specie di «terra trasfigurata» quando ricopre la terra. Non per nulla Balzac ha ambientato il suo romanzo mistico Séraphita nella Scandinavia settentrionale, un paese in cui predomina il cromatismo bianco-azzurro: terra sublimata-cielo, in armonia con quanto manifestano gli aneliti dell'ermafrodita Séraphita-Séraphitus e, cioè, di raggiungere il cielo e Dio…il bianco.

Secondo Guénon, in il Rè del Mondo il colore bianco corrisponde al centro spirituale. Ed è lo stesso che sostiene che l'etimologia dei nomi geografici che contengono la radice albo/alba (Albalonga, la città madre di Roma, Albione, Albano, Albany, Albania ecc.) abbia questa origine.

Quindi abitare ambienti bianchi, (quadri per studi medici ecc.), in bianco su bianco, per una nuova alba del vivere, tipico scenario di chi vuol smettere vecchi panni ed abbracciare sensazioni totali e certo nuove.

…Non rimane che provare.

written by Walter Angelico

Emanuele Walter Angelico, architetto PhD, si laurea a Palermo dove vive e lavora – è docente in Architettura e si occupa di tecnologie e di design. Completano la formazione e figura di Ricercatore/Progettista una intensa attività di partecipazione a Convegni Nazionali e Internazionali, unitamente alla pubblicazione di articoli e saggi su volumi e riviste di settore.

 

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