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Bruno Caruso è stato l'interprete di una linea artistica caratterizzata da una complessa vena creativa e fortemente influenzata dall'impegno civile. Nei suoi dipinti e nei suoi disegni ha raccontato le inquietudini, i mali antichi della Sicilia, le lotte sociali. Caruso evitava di dare alla sua produzione una precisa connotazione artistica. Difficile infatti collocare in una corrente specifica lo stile del pittore siciliano, che ha fatto del segno la sua linea distintiva. Nella sua attenzione verso i temi civili e politici Caruso aveva affrontato anche questioni globali come la guerra, i manicomi, la natura.Nella sua lunga e affascinante avventura nel mondo dell’arte, Bruno Caruso, ha sempre avuto un continuo e creativo rapporto con la classicità, in questo spirito artistico si inserisce il ciclo sulla mitologia ispirato all'Iliade e l'Odissea di Omero.
La dialettica tra classicismo e modernità ha sempre prodotto gli esiti più pregnanti e innovativi proprio tra quegli intellettuali e artisti che hanno vagliato criticamente l’imprescindibile rapporto che esiste tra passato e presente attraverso il quale si persegue la via delle invenzioni e delle mutazioni che preconizzano il futuro: basti pensare alla grande stagione del Rinascimento italiano. Del resto, non a caso, il tema della classicità e della modernità si è ripresentato quasi ad ogni scadere di secolo e ad ogni esaurirsi delle pretese rivoluzioni culturali; anzi dal Neoclassicismo settecentesco, al post-romanticismo e nella stessa epoca del decadentismo e del Novecento delle avanguardie fino alle transavanguardie dell’età postmoderna, il ricorso alla classicità ha consentito gli esiti più significativi proprio a quegli artisti che hanno veramente rinnovato la cultura. Per restare nel campo della pittura basterebbe citare lo stesso Picasso, apparentemente così lontano dai canoni classici.
In questo articolo si vuole mettere a paragone e accostare l’interpretazione moderna del mito con quella degli antichi, in particolare: i lavori del maestro Bruno Caruso in rapporto ad alcuni manufatti archeologici provenienti dalle principali collezioni siciliane mostrando l'evoluzione estetica e interpretativa dei temi mitici. Il linguaggio universale del mito greco viene così riletto attraverso la reinterpretazione di Caruso, che punta ad una drammatizzazione dei gesti e dei volti decisamente più accentuata rispetto al linguaggio espressivo greco. Molti dei lavori di Caruso trovano diretto confronto con alcune celebri opere di scultura arcaica e classica, che rappresentano le più alte espressioni dell’arte greca e romana in Sicilia. Celebrando l’artista si intende celebrare l’intero patrimonio archeologico disseminato nella nostra regione.
Soprattutto il repertorio delle Metope di Selinunte, esposte al Museo Archeologico “Antonino Salinas”, consente di mettere in diretto rapporto due linguaggi artistici differenti: la scultura antica e la pittura moderna come:
“Il ratto di Europa” ha il suo diretto parallelo con la metopa dal Tempio Y di Selinunte del gruppo delle Piccole Metope.
“Perseo decapita la Medusa” e “Ercole cattura i Cercopi” si confrontano direttamente con le metope del Tempio C.
“Atena uccide il gigante Encelado” può accostarsi alla Metopa dal Tempio E con lo stesso soggetto.
Altre opere di Caruso possono essere messe in rapporto diretto con altri manufatti archeologici da individuare attraverso una attenta selezione delle collezioni presso lo stesso Museo Salinas e gli altri Musei, Antiquaria e Siti Archeologici Regionali, a dimostrazione dell’universalità del linguaggio artistico e delle “storie” che, attraverso la letteratura omerica e il mito greco, sono state veicolate fino alla modernità, divenendo pilastri nella costruzione della nostra identità culturale.
Un’opera come “La testa di Medusa” trova confronto diretto con il frammentario Gorgoneion del Tempio C di Selinunte (al Museo Salinas) o con la celebre lastra fittile con Gorgoneion rivenuta nei pressi del Tempio di Athena a Siracusa (al Museo Orsi).
“Artemide dea della caccia” potrebbe avere confronto sia con l’Oinochoe da Siracusa al Museo Orsi (in cui è raffigurata, per la prima volta, la dea come “pothnia theròn”, ovvero “signora degli animali”, rappresentando così la più antica testimonianza del culto nella città arcaica), come con la Metopa dal Tempio E di Selinunte in cui la dea è rappresentata mentre assiste, immobile, all’uccisione del povero Atteone sbranato dai suoi cani.
“Leda e il cigno” trova il suo confronto con la splendida scultura in marmo, copia romana dell’originale ellenistico di Timotheos, rinvenuta presso il Teatro Greco-Romano di Catania, oggi esposta nell’Antiquarium dello stesso Teatro.
La tavola “Gare sportive in onore di Patroclo” può raffrontarsi con la scena di danza e libagione raffigurata sul lato B del celebre cratere a calice del Pittore di Kleophrades, raffigurante Achille che celebra i funerali di Patroclo, al Museo Archeologico di Agrigento.
La splendida Venere Landolina, simbolo del Museo “Paolo Orsi”, può costituire l’accostamento diretto de “Il bagno di Era” del Caruso.
Infine, il soggetto “Eracle” - ampiamente raffigurato in qualsiasi produzione artistica greca - potrebbe essere messo in rapporto con la scena dell’apoteosi dell’eroe raffigurata in una delle absidi del Triclinium della Villa del Casale di Piazza Armerina.
La trasmissione del repertorio figurativo mitologico greco, tuttavia, non era affidata esclusivamente alle grandi opere di statuaria o di ceramica figurata: anche oggetti d’uso più quotidiano servivano al medesimo scopo. Ecco che il soggetto di “Ganimede” potrebbe essere accostato ad una lucerna romana, esposta presso il Museo di Casa Liberti al Teatro Greco-Romano di Catania, in cui è raffigurato il ratto del giovane coppiere degli dei ad opera di Zeus.
written by Giuseppe Carli
Curatore e critico d'arte impegnato nell’organizzazione di mostre ed eventi culturali, con partner privati ed istituzionali come l'Assessorato regionale ai Beni Culturali e dell'identità siciliana- Dipartimento regionale dei Beni Culturali e dell'identità siciliana - Soprintendenza per i beni culturali e ambientali. Scrittore attivo per la Edity Edizioni, Glifo Edizioni, Maretti Editore.