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Il linguaggio universale attraverso i segnali d’ amore di Zazza D’Anna
Se avete fatto una passeggiata nelle ultime settimane a Palermo, godendo delle onde e della brezza su un molo di Mondello o di un sontuoso e colorato tramonto sul lungomare di Isola delle Femmine, vi sarete imbattuti in uno dei numerosi cartelli stradali in cui si celebra l’amore e vi si invita a baciarsi. Veri e propri segnali stradali in cui i baci e l’ amore fanno da protagonisti.
Questi sono i segnali d’ arte di Zazza D’Anna, che anche stavolta, con il suo linguaggio semplice ed accessibile a tutti, riesce ad identificarsi nel mondo dell’ arte in maniera diretta e riconoscibile, senza troppe spiegazioni ed interpretazioni, la lettura è sempre una, il linguaggio universale dell’ amore.
Chi è Zazza D’Anna
Artista palermitano classe 1969, Zazza ha sempre sottolineato attraverso la sua arte quanto sia importante la comunicazione e la relazione con il prossimo attraverso le sue opere. Da pprima conosciuto per i suoi “muri parlanti”, polimateriche opere raffiguranti porzioni di muri che celano legami con il sociale e creano, con l’ osservatore, un ponte di ricordi e legami di emozioni. Il linguaggio è semplice, la comunicazione diretta, come diretto è il modo in cui la società si impone nell’ era moderna, come un graffito al muro. E la voglia di emergere e di
“dire qualcosa “ su questa società, si impone per Zazza in maniera incisiva e preponderante, come frasi che materialmente escono dalle crepe di un muro rompendo barriere di convenzioni.
Il linguaggio semplice è caratterizzato anche dai materiali che richiamano il contesto urbano come cemento, vernici ed una grafica essenziale. Questi muri ci parlano, attraverso la ruvidità della vita quotidiana, dall’ usura del tempo che scorre, potremmo toccarle senza guardarle eppur riconoscerne il significato, così diretto, semplice ma al contempo così irruento.
I segnali d’ arte di un linguaggio universale
La stessa semplicità comunicativa e vibrante la troviamo nei Segnali d’ arte, presenti nella città di Palermo, in cui Zazza D’Anna vuole parlare al pubblico con la lingua più conosciuta al mondo, quella dell’ amore. L’ amore che non conosce barriere, il sentimento universale che tutti conosciamo e che non ha bisogno di essere spiegato. La semplicità che arriva al punto. I segnali sono veri e propri segnali stradali, subito riconosciamo la texture del muro tipico di Zazza, che adesso ci parla d’amore, ci obbliga a fermarci, lasciare tutto per un attimo in sospeso, guardala, quest’ arte che in maniera pacifica ti impone una tregua, fermati a pensare che effettivamente null’altro c’e’ di più importante che l’amore, e adesso...bacia.
Un vero e proprio invito all’ amore. Che sia reale o solo simbolico, in quel bacio ci lasciamo guidare dal viaggio dell’ amore attraverso i segnali d’ arte, nei colori e nelle frasi, nelle foto e nel significato, percorriamo strade che ci conducono al sentiero colorato dell’ amore attraverso l’ arte. Quanto è rivoluzionario questo messaggio nella sua semplicità. Tutti riconosciamo, esperti e non, D’Anna . E se compito dell’ artista è comunicare, diremmo proprio che Zazza ha fatto centro.
Il bacio nell’ arte
Simbolo del suggello di un sentimento, impeto di una passione travolgente oppure dolce espressione di un sentimento radicato nel tempo, il bacio è da sempre, soggetto ideale per numerose opere d’arte. In un breve viaggio nella nostra memoria artistica, possiamo emozionarci con gli amanti del Bacio di Klimt, che in una contrapposizione di geometrie spigolose e tondeggianti, di tonalità calde e fredde, ci lasciamo avvolgere in quell’ abbraccio estatico, in una fusione di forme e colori dove il dualismo si ricongiunge in un’unica forma e l’oro fa da padrone nell’ opulenza raffigurazione di Klimt. Come con citare il delicato candore del bacio di Amore e Psiche di Canova. I due amanti ritratti si guardano con desiderio, immortalati un attimo prima di consacrare quel momento tanto atteso, sospesi in una dimensione senza tempo, rappresentante con maestria in un
complesso scultoreo di una bellezza senza eguali. Nell’ opera più celebre del Romanticismo, non possiamo non ricordare il bacio di Hayez, in
cui i due giovani si scambiano un fugace ma appassionato bacio poco prima di salutarsi. Poca architettura fa da sfondo in un’ opera in cui il solo e unico protagonista della scena è proprio il bacio, suggestivo e straziante, velatamente malinconico, raffigurato nei due giovani abbandonati l’ un nell’ altro nel sensuale momento di quello che potrebbe essere il loro ultimo bacio. Potremmo ricordare altre ancora famose opere in cui il bacio è il protagonista indiscusso di un soggetto senza tempo, da sempre imponente nella scena come linguaggio riconoscibile ed
emozionante, quello dell’ amore.
Written by Claudia Oliveri demoetnoantropologa, fa dell’arte la sua passione e la sua professione.
Per anni si è occupata di ricerca, critica e attribuzione artistica dei grandi pittori fiamminghi.
È stata curatrice di mostre. Attualmente svolge laboratori artistici per bambini.