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MetaForme
MetaForme è la nuova tappa di un percorso che ho iniziato alcuni anni fa, che è orientato alla ricerca dell’armonia tra astratto e figurativo.
Tutto nasce da un desiderio di continuo cambiamento. Un’inquietudine che mi ha portato dal perfezionamento della tecnica al progressivo sgretolamento delle forme.
Per avvicinarmi ai meccanismi di trasformazione insiti nella natura. Difatti, il mio motto di questi anni è stato: La perfezione è bella ma è stupida bisogna conoscerla ma romperla.
La combinazione tra regola e caso è la vita, è l’arte è la fantasia, è l’equilibrio.
È un antico detto della filosofia Zen a cui faccio molto riferimento per guidare i miei passi in questo mondo, dove si cerca di esercitare il controllo e la razionalità su ogni cosa, perdendo così il contatto con la fantasia. Per me una vita senza fantasia non ha alcun senso, è qualcosa che porta alla staticità, alla fossilizzazione e non è una buona cosa per un artista.
Superare la tradizione attraverso il fascino dell'imperfezione
Non si può rimanere per sempre ancorati alla tradizione, per paura di sperimentare qualcosa di nuovo, ammesso che ancora esista la possibilità di creare immagini nuove e originali. Noi oggi ci gloriamo ancora dei fasti della classicità e del Rinascimento, che suscitano in noi una grandissima fascinazione. Le avanguardie, dall’impressionismo in poi hanno tentato di uscire dal rigore formale, dal didascalico. Però oggi si vede un ritorno all’accademismo, ad una semplificazione del linguaggio artistico.
Il ché non è necessariamente un male, ma la sola ricerca dell’imitazione del reale, senza alcun intervento di dialogo materico è una cosa che non suscita in me alcuna emozione.
Per me è fondamentale trovare la bellezza anche nell’imperfezione. Io amo, ad esempio le foglie quando ingialliscono, le increspature della corteccia di un albero, gli effetti della ruggine o le straordinarie metamorfosi che il mare conferisce ai relitti marini. Ed è proprio questo che cerco di inserire all’interno di una scultura, su cui ho lavorato
inizialmente, plasmando l’argilla nel rispetto delle regole anatomiche.
Una scultura etica con elementi astratti
Il passaggio successivo è quello di inserire forme astratte, attraverso una ricerca di elementi naturali, oggetti curiosi di recupero, oppure argille colorate che sbucano fuori dai corpi.
Questo richiamo fortissimo della natura mi ha spinto anche a cercare materiali sostenibili. L’argilla di per sé si trova nella terra e non esiste nulla di più ecologico.
Tuttavia sentendo il bisogno di ridurre l’impatto ambientale del mio lavoro, mi sono imbattuto in una pasta modellabile prodotta da residui di carta e ad una resina trasparente realizzata con un’elevata percentuale di biomassa. Diventando così uno dei primi ambasciatori artistici a livello internazionale di questi prodotti.
Anche l’aspetto della sostenibilità è molto importante, per dare credibilità e coerenza a ciò che ho esposto in questo testo, ma anche per provare a nobilitare nuovi materiali che
rappresentano una grande opportunità evolutiva dell’arte, in un mondo in cui è necessario lo sforzo di tutti quanti per garantire un futuro all’umanità.
Riflessioni
In conclusione il progetto MetaForme racconta anche dei bisogni degli artisti di oggi, che provano ad emanciparsi da un passato grandioso, cercando di non soccombere al confronto
o alla sindrome dell’impostore. Quindi è un progetto artistico che parla dell’arte, un meta progetto. Qualcosa che prova ad andare oltre al concetto di arte predominante, nel tentativo di creare spunti di riflessione, emozioni e desideri trasformativi.
written by Alberto Criscione
Lavora nel campo della scultura da quasi 30 anni. È specializzato in anatomia artistica e tecniche alternative della ceramica. È anche maestro della lavorazione con l'argilla, che insegna sia nelle scuole come freelance, che in workshop per adulti.