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In casa, all’interno della propria azienda, nel proprio professionale o in un deposito, c’è solo una parola d’ordine: collezionare arte. Si può iniziare a collezionare per gioco quadri classici o quadri moderni astratti ma si può continuare per passione. Come dice la mia amica Giusi Amato, titolare della “bottega delle cornici” di Palermo, “l’arte è come le ciliegie, una tira l’altra”. Collezionare sicuramente ha un aspetto sociale, intimo nel rapporto che intercorre tra uomo e opera da collezionare. Il principio fondamentale è fidarsi di se stessi, del proprio istinto, ma si può aver bisogno di maggior tempo per riflettere sull’acquisto dell’opera. Si inizia, quasi sempre, dopo aver visitato fiere d’arte o eventi in galleria ma sicuramente si può iniziare, senza disporre di budget elevati. Qualsiasi possa essere la modalità per iniziare a collezionare, per specifico soggetto oppure per un determinato artista o periodo, potrebbe dare inizio ad una collezione tale da poter conservare il suo valore nel tempo.
Per tutti coloro che intendono avviare una collezione è importante frequentare esposizioni artistiche in studi, gallerie o musei, oppure, nell’era digitale, avvalersi delle piattaforme come Instagram o Facebook per alimentarsi di informazioni utili alle skills della propria idea di collezione. La figura del collezionista per ogni artista è fondamentale; questa è ben diversa dal ruolo di acquistare opere d’arte dettate da un'azione casuale e non correlata. Il collezionista è un vero e proprio mecenate per gli artisti, ma anche un investitore di se stesso. L’attuale mostra “Elenk’Art”, esposta presso le sale di Palazzo Sant’Elia a Palermo, composta da una serie di opere di tutto il ‘900, includendo artisti italiani e stranieri del panorama contemporaneo, è un esempio di collezione aziendale costituita sulla base della prevista conservazione del valore, tale da determinarne il pregio. Diverso è costruire una collezione, che per il valore delle scelte diventa un punto di riferimento per la propria idea di romanticismo e visione del mondo. E’ il caso dell’Avvocato Giuseppe Iannaccone in cui la collezione diventa uno straordinario documento del presente. A lui stesso piace ripetere “è meglio avere il capolavoro assoluto di un artista minore che un’opera minore di un grande artista”.
Da un recente articolo del “IL GIORNALE DELL’ARTE” sul collezionismo italiano, curato da Guido Guerzoni, Flaminia Iacobucci e Irene Rotellini, in collaborazione con Artissima, è emerso che i collezionisti sono per il 40% donne, mentre il 58% uomini, nettamente in calo rispetto le edizioni precedenti. Ma i risultati più incisivi provengono dalla natura della collezione: l’89% acquista dipinti, rispetto alla fotografia, al disegno e a opere di carta, sculture, installazioni videoarte ed NFT. Un risultato che, a mio parare, conferma nel tempo la potenza del dipinto. Come spesso io stesso dico “l’opera è un viaggio nei colori, un dialogo tra emozioni e visioni che trasforma il quotidiano in eterno”. Ad oggi, artisti visionari contemporanei emergenti vantano la loro presenza in collezioni private diventate di pregio, questo grazie ad un collezionismo indipendente, quindi non influenzato dal gusto corrente o emergente, ma dall’opinione spesso degli esperti. Alcuni tra i maggiori influenti nel mondo del collezionismo dell’arte a livello mondiale di oggi sono; Giovanni Colombo, che ad oggi detta qualche “dritta” negli investimenti a tutti coloro che si affacciano da inesperti a questo ambiente direttamente dal profilo Facebook e David e Ezra Nahmad, importanti collezionisti e mercanti d’arte, noti principalmente per la loro vasta collezione di arte moderna e contemporanea.
Voglio concludere riprendendo interamente alcune parti del profilo Facebook di Giovanni Colombo. “Quando acquistate un artista le prime due cose che bisogna verificare sono: la sua arte rappresenta una reale sensata consistente novità di linguaggio? Ha un significato? Una forza? C’è dietro un pensiero convincente? (prendere due guantoni e imbrattare una tela non è una novità di linguaggio, è una moda!!!!!)”. Dialogo fra Giuseppe Panza di Biumbo e Giovanni Colombo: il mio amico Giuseppe Panza di Biumbo una volta mi disse; “Caro Giovanni, sai qual è la differenza tra noi due? Io, quando scelgo di collezionare un artista, lo acquisto, lo sostengo e finanzio, e poi lo lancio sul mercato. Tu, invece, vedi tutto prima. Sai già chi sceglierò, ancora prima di me”.
Per concludere, non esiste il piccolo collezionista o il super collezionista; esiste l’amore per l’arte, quella spinta emozionale, quel senso di ricerca, quella passione che spesso si trasforma in una bella collezione.
Written by Marco Favata
Diplomato presso il liceo artistico E. Catalano di Palermo, affascinato da sempre dalle arti visive, approfondisce le proprie conoscenza da autodidatta appassionandosi agli artisti del 900 e all'arte contemporanea. Dopo avere viaggiato e vissuto in diverse città, é ritornato nella sua città dove lavora a diversi progetti artistici.