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Innovazione e tradizione all'insegna dell'arte

A volte capita nella vita che i ruoli si invertano, che sia tu a porre le domande ed attendere le risposte, di sentire le redini in mano lentamente cedute sotto lo sguardo attento e protettivo. Oggi mi trovo nelle vesti di intervistatrice ad una persona speciale per me: Angelo Di Gesaro, fondatore del centro d’arte Raffaello, nonché mio padre...

Hai oggi la possibilità di raccontare qualcosa di inedito anche per me, di mettere a nudo tutto quello che sta dietro alla creazione di una galleria d’arte, creata nel 1987, da un’idea imprenditoriale coraggiosa ai limiti del temerario:

L’arte è una passione che scorre nelle vene della mia famiglia; avendo da sempre seguito mio fratello Simone, affiancando al suo estro creativo e al suo talento timido, il mio piglio intraprendente. Per lui ho iniziato ad organizzare mostre e esposizioni, ho promosso la sua arte in ambito nazionale creandone la sua affermazione, pur lavorando parallelamente nell’ambito dell’editoria. Ho ricoperto ruoli manageriali prestigiosi, la direzione Sicilia dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, ma a un certo momento ho deciso di convogliare la passione di famiglia in un’attività imprenditoriale con un’esclusiva vocazione artistica: così è nato il Centro d’Arte Raffaello.

L’arte, l’editoria sono, comunque, rimasti dei settori paralleli che hai sempre contemplato anche all’interno della galleria.

Si, ho iniziato affiancando le due attività fino a quando è nettamente prevalsa la cura e la promozione dell’arte, non trascurando l’editoria sotto il profilo della produzione di opere grafiche in esclusiva con artisti siciliani con cui avevo intrapreso rapporti di collaborazione. Questa attività è stata arricchita dalla produzione di cataloghi che hanno coronato le mostre più significative da me organizzate.

Il tutto culminato oggi nella nascita della collana “Raffaello Contemporary Art” giunta alla sua quarta pubblicazione edita dalla casa editrice Edity, che illustra le ultime mostre personali di artisti contemporanei entrati nella nostra scuderia. Raccontaci un po’ la nascita del marchio Raffaello, il suo logo, il suo nome. Come ti sei inventato tutto?

Avevo già tanti contatti con artisti, pittori, intellettuali. Avevo voglia di creare un centro d’arte e non una semplice galleria; una realtà che accogliesse l’arte nelle sue svariegate sfaccettature. Un punto di incontro, in cui far convivere, pittura, scultura, teatro, musica per vivere l’arte in modo sinergico. Volevo un luogo in cui poter accogliere il collezionista ma anche il neofita. Dalla mente creativa di un noto grafico anni 80, venne fuori il “logo Raffaello” con la ciliegia, simbolo di una tentazione, che non si ferma mai perché quando ne assaggi una, prosegui con la successiva, secondo un desiderio irresistibile. Così come ci auspichiamo che sia l’arte per i collezionisti….Un’esauribile voglia d’arte! ...io nostro slogan originale.

Messo in piedi il progetto come si è orientata la tua scelta? Su quali artisti hai voluto puntare?

Gli anni '80, e buona parte degli anni '90, sono stati scenario di correnti artistiche che hanno dato luce a pittori, scultori, artisti italiani che hanno calcato il panorama non soltanto nazionale ma anche internazionale. Ho voluto dedicare la mia attenzione a tutti quegli artisti che hanno segnato la storia del 900; abbiamo la fortuna di vivere in Sicilia terra dai natali illustri. Nostri inestimabili esponenti sono stati Guttuso, Fiume, Schifano, Caruso, Greco, Guccione, Ligabue, Zora, Gianbecchina, Vinciguerra. A loro ho affiancato maestri del calibro di Cascella, Carrà, Dali, Annigoni, Morlotti, Vespignani, Faccincani, Navarra.

Hai avuto la fortuna di conoscere artisti prestigiosi, organizzando bellissime mostre, partecipando a fiere nazionali e fornendo mostre in esposizione ad altre gallerie in Italia. Un percorso ricco e variegato ma quali consideri, ad oggi, i tuoi fiori all’occhiello? Di cosa vai davvero fiero del tuo percorso professionale?

Custodisco dei bellissimi ricordi legati alla realizzazione di due mostre che considero forse le più prestigiose organizzate nel corso di questi 30 anni di attività: Mirò e Picasso. Due mostre istituzionali realizzate attraverso la partecipazione e il patrocinio del Comune di Palermo, della Fondazione Federico II, della Regione siciliana. Due esposizioni che hanno attirato migliaia di visitatori, scolaresche, collezionisti. È stata offerta la possibilità di ammirare opere che difficilmente si erano mai viste Palermo.

A proposito di mostre istituzionali un altro fiore all’occhiello è stata la mostra “Mitologia Omerica”di Bruno Caruso. Ricordo personalmente il piacere di conoscere il maestro Caruso. Un progetto esclusivo nato da un incontro...

La nostra conoscenza è partita lontano negli anni quando mi trovai a Roma e fui accolto nella sua casa che si affacciava sulla splendida veduta del Colosseo. È nato un bellissimo rapporto di collaborazione; lì abbiamo abbozzato il progetto di una mostra inedita, dedicata alla Mitologia Omerica articolata nelle sezioni dell’Iliade, Odissea, Olimpo degli Dei e il Mito. Grande maestro, fine disegnatore, uomo di cultura semplice e umile nelle sue esternazioni, profondo conoscitore della cultura antica.

Ripercorrendo queste tappe mi sento investita dalla responsabilità di ricevere un’eredità prestigiosa. È difficile ma gratificante continuare un percorso cosi pregnante. Viviamo un momento congiunturale difficile per l’arte e per l’economia in generale. Quali prospettive intravedi in questo momento?

Il panorama artistico è profondamente cambiato; nel campo dell’arte si sono affacciati nuovi talenti a cui una galleria deve aprirsi, offrire i propri spazi, dare visibilità, non sottraendosi dal suo ruolo di promotore culturale. Sono cambiate le modalità di comunicazione, l’accesso al mondo dell’arte sicuramente si è fatto più democratico. Si aprono un’infinità di finestre per coloro che vogliono affacciarsi a questa realtà, l’arte può arrivare a tutti, con semplicità, non tralasciando mai il ruolo di filtro e garanzia esercitato dalle gallerie.

A due anni dalla inaugurazione della nuova galleria di via Notarbartolo, quale è il tuo bilancio? Cosa pensi della mia scelta di apertura al contemporaneo?

L’idea di una vetrina in centro con una vocazione più rivolta al contemporaneo ai quadri moderni astratti, agli artisti giovani emergenti è stata una ventata di novità che ha saputo rinnovare la nostra galleria pur mantenendo il solco della tradizione. Hai accolto le tendenze che si affacciano sul panorama nazionale e internazionale creando una scuderia di artisti contemporanei che spaziano dalla pittura spazialista di Taccogna, ai calligraffiti del cileno RojasLeon, dalla pittrice andalusa Evita Andujar, ai nostri artisti palermitani croce Taravella, Pupi Fuschi, Giorgio Prati, Alberto Costagliola, Marco Favata, Angela Di Blasi, Mariella Cusumano, Alberto Criscione, inoltre artisti nazionali come Corrado Delfini, Alberto Beneventi, Matteo Must, Marco Quaranta...

Ma le novità non finiscono qui. A maggio abbiamo creato una terza vetrina virtuale: la nostra piattaforma online raffaellogalleria.com. Il Centro d'arte Raffaello non ha più confini ma si apre al mondo...

È stato importante anche questo passaggio per rinnovarsi, per vivere sinergicamente il tempo e le sue correnti, assecondarle e, laddove possibile, anticiparle. Le nuove tecnologie, i social, le piattaforme online sono i nuovi canali di comunicazione. Hanno costruito la capacità di arrivare nella casa di tutti in modo diretto, veloce, esaustivo. Puoi informarti, guardare, compare e acquistare. L’arte ha aperto le sue finestre ponendosi ormai alla portata di tutti, accanto alla sua vocazione più elettiva che la orienta verso un pubblico di nicchia di collezionisti ed estimatori. Noi abbiamo pensato di fare di questa tendenza la nostra filosofia più attuale: portare la bellezza a casa di Tutti.

Un progetto che presuppone ricerca, dedizione, studio, investimenti e sempre tanto ottimismo verso il futuro.

Sì tanto tanto ottimismo, perché soltanto quando si fanno viaggiare le idee alla stessa velocità con cui cambia il mondo si può rimanere al passo con i tempi. La galleria è cambiata; è un luogo in cui si fa arte e cultura, ma è diventata anche un ambiente in cui incontrare un pubblico di non esperti che desidera realizzare un sogno, soddisfare un’esigenza di arredo. Vuole aggiungere valore alla propria abitazione, vuole portare bellezza nell’ambiente in cui lavora. L’arte può cambiare i suoi linguaggi, può percorrere altre vie ma rimane sempre un valore universale inesauribile.

Ad maiora! La prossima intervista fra 30 anni!

written by Sabrina Di Gesaro

Cura la direzione artistica della galleria Raffaello da oltre 25 anni. Al suo attivo l’organizzazione di mostre personali dal respiro internazionale tra cui Joan Mirò nel 2000 e Pablo Picasso nel 2001, esposti per la prima volta a Palermo. Ha creato una collana di cataloghi d’arte Raffaello e promuove i giovani talenti dell’arte contemporanea.

 

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