martedì 22 luglio 2025
Zazzà D’Anna è siciliano nel sangue ma milanese di formazione: questa compresenza di razionalità ed emozione ha generato una miscela esplosiva che spazia dalla progettazione di opere urbane alla pennellata materica, al colpo secco della spatola. “La passione - sostiene - è il motore della vita” e sicuramente dell’arte. La passione, quindi, è la chiave con cui interpretarne la ricerca.
Due tratti peculiari colpiscono l’osservatore; sono entrambi caratterizzati dal ribaltamento improvviso dei consueti significati: le porzioni di muro invase dai graffiti e la segnaletica verticale per i guidatori sono indici, in un caso, di disagio, nell’altro, di imposizione. Zazzà D’Anna simbolicamente stacca e decontestualizza questi elementi ben sapendo che catalizzeranno anche il più rapido sguardo.
L'universalità del segno
All’interno di questi elementi l’artista prorompe con la propria sensibilità attraverso disegni o frasi semplici ma universalmente accettate, sentite da ognuno come elemento costruttivo di una società ideale cui tutti vorremmo appartenere. L’arte di Zazzà D’Anna non è analisi, descrizione delle cause del dramma quotidiano, ma gesto poetico che improvvisamente cancella la frustrazione collettiva per rilanciare con un messaggio di pace.
Amarsi, abbracciarsi, baciarsi, stringersi l’uno all’altro diventano così gli imperativi morali di una ricetta tanto semplice quanto efficace, è come dire prendiamoci una pausa. Uno stacco dalla frenesia cinica e disumanizzante della carriera, della guerra, della concorrenza, dell’arrivismo senza pietà; cerchiamo per un attimo di ritrovare quella radice empatica e solidale che ha accesso la scintilla delle prime comunità.
La segnaletica stradale è fisicamente indistinguibile da quella che troviamo lungo le vie e agli incroci di ogni centro urbano: è la medesima azienda a fabbricarla ma questa volta non vi sono indicazioni tassative, divieti d’accesso, sensi unici, distanze. Il messaggio, disegnato e voluto dall’Artista, è di prossimità: l’invito ad abbandonandosi al calore protettivo di un altro corpo che ci stringe e cerca nell’abbraccio un rifugio e l’energia per andare avanti.
I pannelli evocano la trama della muratura, ricordano un intonaco scrostato e di rimando un intero mondo fatto di ghetti e periferie, di cesure e di orizzonti negati ma si aprono grazie ad una frase con la stessa forza di un Vangelo laico. Anche qui torna e risuona l’imperativo dell’amore, espresso in diverse lingue, in una babele di idiomi che trovano l’unica radice nella volontà di pace di cui ognuno è custode.
Geometrie chiare ed evidenti, un linguaggio delle forme globale e riconosciuto, elementi materici che svelano non illusioni ottiche ma la solidità dell’abitare, muri che potrebbero essere prigioni soffocanti o materializzazioni dell’isolamento individuale, segnali che non parlano la lingua burocratica del codice stradale: vincoli ribaltati, che Zazzà D’Anna con un colpo di genio trasforma da potenziali catene in ali leggere.
“Posso dire - concludeva Zazzà durante un’intervista - che sono grato a tutti coloro che mi danno la possibilità di diffondere messaggi d’amore e vibrazioni create attraverso l’invito a scambiarsi gesti d’affetto, amicizia o altri sentimenti simili: credo, anzi sono convinto, che essi rappresentino il senso della vita”.
written by Massimiliano Reggiani
Critico d’arte, promuove una lettura delle arti visive come linguaggio strettamente legato al contesto culturale dell’autore, alla consapevolezza del gesto e alla volontarietà della comunicazione. Oltre a questi caratteri specifici ritiene che, nelle arti visive, la fisiologia della percezione prevalga sui confini strettamente culturali. Diplomato Maestro d’arte in Decorazione pittorica e in Scenotecnica, poi all’Accademia di Belle Arti di Bologna in Scenografia, laureato in Giurisprudenza e in Filosofia all’Università degli studi di Parma