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Orario Uffici:
Grandi superfici verticali a disposizione degli artisti
“Murale, gallerie d’arte a cielo aperto: le città invase dal colore”.
Sempre più spesso, si parla di murale. Molti artisti scelgono la Street Art per realizzare opere a cielo aperto con tanto di firma. Il cambiamento dei tempi ci fornisce maggiore tollerabilità nei confronti di quello che impropriamente viene chiamato murales: dalle fabbriche dismesse, dalle stazioni o da luoghi fatiscenti si trasferiscono volontariamente in città, riuscendo a superare il reato di deturpamento e imbrattamento di cose altrui, punito dall’art. 639 del codice penale. A tal proposito, una sentenza del 2016 vede condividere dalla Corte di Cassazione il giudizio che, in primo grado, i giudici del Tribunale di Milano avevano espresso in occasione di un murale considerata una vera opera d’arte con la seguente motivazione: “l’intento dell’artista è stato quello di abbellire la parete”.
“Un mercato parallelo, murales rimossi dai muri vengono restaurate e vendute dalle case d’asta”.
Kissing Coppers, No Ball Games, Girl with a Balloon sono solo alcune delle opere realizzate dal famoso street artist inglese Banksy e rimosse da Tony Baxter proprietario della Sincura Group. Recentemente la Brentwood Gallery specializzata in street art, ha acquistato direttamente dal proprietario dell’edificio, che ha preferito rimanese anonimo, una nuova opera di Banksy comparsa su un muro in mattoncini rossi di un’abitazione di Nottingham, raffigurante una bambina intenta a giocare con un hula hop di una ruota di bicicletta. Tutto ciò non può essere casuale, la street art ha una nuova identità. Gli esempi citati ovviamente invertono i criteri del movimento artistico a favore di un indotto economico composto da figure tradizionali come galleristi, collezionisti o mecenati, ma il murales spesso nasce con un altro scopo, identificando i luoghi e la loro storia.
“Murale, autentica bellezza o scopo sociale?”
Come anticipato, i murales arrivano in città e costituiscono nel mondo una vera esplosione di creatività. Per citarne alcuni tra Raffaella Carrà a Fene, comune spagnolo, realizzato dall’artista italo – spagnola Leticia Mandràgora, San Gennaro di Jorit Agoch sul muro di Forcella di Napoli e, recentemente, Santa Rosalia al quartiere Sperone di Palermo di Igor Scalisi Palminteri, identificato tra i 50 murales più belli al mondo. Ma fermiamoci un attimo e riflettiamo sul motivo della loro realizzazione. Il murale spesso ha una connotazione storico-politico, i personaggi raffigurati, a volte
santi a volte uomini del cambiamento, sono un vero e proprio manifesto alla memoria. Ma la street art in una proporzione inversa, riguarda i cittadini delle periferie, spesso dimenticate e adesso scelte per proiettare un faro o può riguardare, come nel caso del Regno Unito, gli addetti ai lavori che con le loro manovre finanziarie introducono il murale come forma di business? Credo che la risposta sia semplice, il murales è una nuova forma di democratizzazione dell’arte capace di far parlare di se a tutti i livelli sociali e di creare un indotto economico-culturale.
“Non tutti i murales trovano approvazione, ma il tentativo della loro realizzazione ne conferma l’importanza.”
Ogni murale ha una sua connotazione: quello di Guttuso sorge a Bagheria, i volti del giudici Falcone e Borsellino a Palermo, Maradona a Napoli e cosi via, ma proprio questo gesto di voler ricordare i nostri eroi, i pionieri della cultura, gli idoli sportivi o i Santi a cui rivolgiamo le nostre preghiere, spesso viene travisato in emulazioni improvvise di volti nati tra i vicoli delle nostre città, personaggi sconosciuti ai più, vittime di violenza, incidenti o malavita che vengono cancellati dai responsabili alla sicurezza locale. Tutto ciò identificativo di un modo di raccontare, ormai penetrato in ogni dove che ne conferma la loro potenza, anche tra le frange di coloro che intendono veicolare messaggi dal contenuto discutibile. Ritengo che oggi il murale, debba soddisfare degli standard molto importanti, dei contenuti sociali adeguati alla sua realizzazione in quanto oggetto di dibattito tra i comuni cittadini, sempre più attenti a questa forma di arte a cielo aperto. Il cosiddetto murales ormai è una realtà sempre più presente, una responsabilità attiva, affidata all’artista a cui viene donata la facciata dei propri edifici.
Written by Marco Favata
artista diplomato presso il liceo artistico E.Catalano di Palermo, affascinato da sempre dalle arti visive, approfondisce
le proprie conoscenze da autodidatta appassionandosi agli artisti del 900 e all’arte contemporanea. Dopo aver viaggiato e vissuto in diverse città,
è ritornato nella sua città dove lavora a diversi progetti artistici.