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Professione fotografo

Lo scatto che ferma il tempo

Sono passati quasi cinque anni senza fotografare, senza riconoscere la mia fotografia. Fotografare è per me camminare in un certo modo; meglio cammino, meglio farò le foto. Devo tenere la macchina fotografica in mano. La tracolla può essere utile, ma a volte mi “impirugghia”.

La fotografia di cui mi appresto a scrivere risale al 14 luglio scorso, durante le celebrazioni del 400º Festino di santa Rosalia a Palermo.

Consumiamo gli eventi ad una velocità smodata, quello che postiamo sui social, proprio con l’utilizzo delle immagini fotografiche, ha vita breve, viene cancellato dall’evento successivo. Questo utilizzo della fotografia stride forse con una delle sue qualità intrinseche e cioè raccontare il tempo nel tempo. La sua perpetuazione si attua nella contemplazione della stessa, sia essa stampata su un libro o appesa ad un muro. L’attimo scelto dal fotografo viene tolto allo scorrere del tempo per diventare “eterno”. Questo vale ormai anche per le immagini digitali, ma solo se stampate in modo fine-art. Esse assurgono così una materialità, diventano fisiche, possono in un certo modo emulare il negativo (che a mio avviso vive già bene anche se non stampato, materializzatosi con lo sviluppo, prima era solo un pensiero, un’immagine evanescente che poteva anche non essere mai vista).

La mia foto indimenticabile

La fotografia a cui mi riferisco è "Il carro trionfale sul Cassaro, la Santuzza tra la folla" che ha per oggetto il carro trionfale di Santa Rosalia. Sono andato a fotografarlo durante il 400° Festino spinto da mia moglie Marta che aveva letto di un certo concorso indetto dal Comune di Palermo e dall’Ordine dei Giornalisti aperto solo a foto report con tesserino, appunto di giornalisti e a fotografi professionisti che avessero pubblicato i propri lavori su un quotidiano cartaceo; avevo i requisiti per quest’ultima.

Leggendo il bando avevo subito individuato la problematica di avere le liberatorie di ogni persona presente nell’inquadratura, cosa che poi ho scoperto non valesse per i miei colleghi fotoreporter giornalisti; allora ho progettato di realizzare una fotografia che fosse un’icona, con la presenza sì della folla, ma che non fosse riconoscibile. Ho usato un teleobiettivo per mantenere il fuoco solo sulla statua della Santuzza, lavorando con diaframmi molto aperti per limitare la profondità di campo, ma anche per schiacciare i piani prospettici.

Avendo risolto le problematiche tecniche mi sono abbandonato alla canicola avvolgente della fiumana di gente che partecipava al Festino di Santa Rosalia; certo l’attrezzatura fotografica non agevolava spostarsi nel flusso, ma ero lì per realizzare le tre fotografie necessarie a partecipare al bando. Quando ho scelto lo sfondo che mi piaceva mi sono piazzato in un angolo con le spalle al muro di uno dei palazzi barocchi del Cassaro e ho atteso il passaggio del carro. Poi succede che ti emozioni, pensi che sei nella tua città natale da dove sei mancato per ventinove anni e che non vedi un Festino da almeno dieci anni forse, sei in mezzo ai tuoi concittadini: codici di movenze, linguaggio e cibo li riconosci, sono cose che ti rimangono dentro; riemergono all’improvviso nella bolgia ordinata della festa, ti guardi intorno, osservi il mondo che hai attorno e anche interagisci con uno sguardo, un piccolo movimento per scansare il gomito involontario di qualcuno sull’obbiettivo, una parola. Poi metti l’occhio nel mirino della macchina e lì c’è il tuo mondo quello che vedi e che senti e che vuoi raccontare nell’inquadratura. Ecco, il resto è nella foto.

written by Antonino Costa 

ha lavorato come direttore della fotografia su numerose produzioni, portando avanti parallelamente un percorso personale nella fotografia usando solo macchine analogiche dai suoi inizi fino al 2022, quando ha iniziato a sperimentare la tecnologia del medio formato digitale. La sua attività fotografica è stata pubblicata su Doppiozero, Corriere della Sera, La Repubblica, Riga, Perimetro, cheFare, L’Espresso, Cartaditalia, Avvenire.

Nel 2024 ha vinto il Premio Santa Rosalia con la sua fotografia; "Il carro trionfale sul Cassaro, la Santuzza tra la folla", nell'ambito del concorso fotografico Palermo rifiorisce con Santa Rosalia - sezione fotografi professionisti.

 

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