Siamo qui per aiutarti
+39 091 7574592
+39 339 2896464
Orario Uffici:
Il ciclo del grano
Molte volte nella trinacria si trovano raffigurate le spighe di grano, questo perché la nostra isola era il granaio dell’Impero Romano, ma la Sicilia, culla della civiltà del grano, conosceva già l’arte di preparare il pane grazie agli antichi greci.
In particolare, nella società contadina il cibo preparato e consumato collettivamente, scandiva i cicli stagionali e s’inseriva sia nel vivere quotidiano, sia nei giorni di festa. Il pane è dunque considerato uno dei cibi più ricchi di significati, di funzioni e di valenze, in quanto più di ogni altro rappresenta per l’uomo il riscatto dalla fame e il suo dominio sulla natura, è dunque qualcosa in più di un alimento, qualcosa da cui dipende l’esistenza dell’individuo e della collettività. Eppure, non vi è niente di più “banale” del pane, ma questo diventa un “segno” che rappresentava per quella società il prodotto finito, ultimo, di un faticosissimo lavoro nei campi, l’aratura settembrina, la semina di novembre, la mietitura, la trebbiatura e non solo, terminando con il vero e proprio processo di panificazione, ed in cui pertanto confluivano le ansie e le speranze dei contadini.
La panificazione e il suo simbolismo
Così come durante il consumo, anche la panificazione è considerata un vero e proprio rituale: l’“Acciurari” la farina cioè sottoporla a più setacciature era l’operazione che avviava il processo della panificazione, dopo avere raccolto le spighe dai campi, e segnava una svolta nel ciclo del grano, in quanto trasferiva il lavoro all’interno delle pareti domestiche e trasformava la donna nella principale protagonista della produzione; l’infornata spettava all’esperienza e all’abilità della “panittera” che sapeva regolare la temperatura con la giusta immissione di legna; e, infine, la cottura dei pani, che si iscriveva nella dimensione sacrale dei riti di passaggio di cui il forno è il mezzo: dal crudo al cotto, dal vegetale all’umano, dalla Natura alla Cultura. Il grano, dunque, aveva un valore ambivalente ed era percepito come uno degli elementi della realtà in grado di sconfiggere l’opposizione primaria della vita/morte, da qui deriva il suo valore “mitico”, la sua connessione ai rituali e agli dèi preposti all’imposizione della vita sulla morte.
“Il ciclo del pane” di Gianbecchina
“Il ciclo del pane” di Gianbecchina raccoglie tutte le fasi di produzione, Età della falce, Aratura, Spagliata, L’oracolo, Discorso, La stravuliata I, Vaglio, Mulino, Pisata, Impastata, Sfornata, Panittera, che vanno dalla lavorazione della terra fino alla sfornata finale del pane. Sviluppate in 12 acqueforti acquetinte e realizzate in esclusiva da Gianbecchina per il Centro d’arte Raffaello, sono un corpus pittorico che costituisce una vera e propria documentazione di antropologia culturale di quella civiltà contadina che custodisce i segreti della terra.
La storia di Gianbecchina, originario di Polizzi Generosa, è profondamente legata alla terra di Sicilia e alle vicende della sua gente. Si dedica ai luoghi autentici, spesso aspri e crudi e a quella civiltà contadina ereditata nel sangue, che rappresenta con cura e attenzione.
Nelle sue opere ci narra degli uomini, dai volti rugosi e dalle mani ruvide per il lavoro, delle donne semplici che custodiscono i segreti della panificazione, dei contadini piegati dalla fatica, dei loro problemi e delle loro gioie, delle piazze piene, dei profumi, dei colori, dell’onestà di questo lavoro e della essenza stessa della dignità contadina siciliana delle passate generazioni.
Il carattere di Gianbecchina, dunque, si può racchiudere nella sua interpretazione della terra e della sua vita, non come semplice contemplazione e rappresentazione, ma come profondo atto d'amore.
Conclusioni
Concludendo possiamo affermare quanto il tema del pane sia alquanto attuale, ogni giorno se ne parla e non si pensa forse a quanto un tempo fosse un elemento importantissimo della cultura.
Con le opere di Gianbecchina, si riportano alla luce tradizioni che non troppo tempo fa facevano parte del nostro essere e della nostra storia e quindi ci permettono di riscoprire le nostre radici più profonde ripartendo dal pane.
Se anche voi desiderate conoscere questo artista, vi invitiamo a venirci a trovare in Galleria.
Written by Federica Morvillo
Laureanda presso la facoltà di Beni Culturali di Palermo, amante dell’arte in tutte le sue forme e curiosa di scoprire e riscoprire i segreti della mia terra.