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Sposare un Loft

Il loft non è nato come spazio trendy e alla moda così come lo conosciamo oggi. Già da diversi anni è scoppiata la febbre del loft e come spesso nella moda accade, ciò che prima era una scelta di ripiego adesso fa tendenza.

In inglese loft significa magazzino, soffitta, solaio;in altre parole ambienti industriali e lavorativi in genere, che sono la genesi di questa tipologia abitativa, quando, a cavallo degli anni ’70 nelle grandi città degli Stati Uniti, le fabbriche hanno iniziato a lasciare le zone urbane per trasferirsi altrove e gli artisti spiantati hanno cominciato ad abitare questi spazi per motivi molto concreti: erano infatti,a costo zero.

Spazi, fatiscenti e poco ospitali, si trasformarono in rifugi di fortuna nei quali gli artisti installavano i loro atélier/abitazione con i loro quadri moderni astrattiCon il passare del tempo, queste comunità d’artisti sono divenute poli d’attrazione culturale e sociale e ,di conseguenza, i loft ad oggi sono significativi di uno status sociale e di uno stile particolari.

E’ in questo modo che zone industriali, da aree-ghetto per giovani squattrinati e di belle speranze, sono divenute luogo conteso da chi sogna un diverso stile dell’abitare. Là dove sorgevano spogli e squallidi scheletri ferrosi fioriscono oggi abitazioni lussuose anche quando non grandi,pur sempre suggestive e luminose. Insomma: la stagione della caccia al loft è aperta da un pezzo!

In Italia, questa tendenza ha cominciato ad affermarsi alla fine degli anni’70 e primi anni ’80, un po’ per la nota americanofilia che pervade la nostra cultura, ma anche perché,contemporaneamente si avviava, anche se in ritardo di 10/15 anni, il medesimo processo di de-industrializzazione dei tessuti urbani, rendendo così disponibili, all’interno delle città, vasti spazi da rinnovare e restituire ai cittadini.

Sino a qualche anno fa era piuttosto facile trovare vecchi capannoni o antiche soffitte da trasformare in abitazione; essi, divenuti nel frattempo di moda sono adesso molto ricercati e costosi.

A chi non è capitato camminando per le vie di una delle tante città italiane, di imbattersi in ex grandi complessi industriali trasformati in alberghi, o di vedere fabbriche di birra e ghiaccio esitate in aree residenziali e persino vecchie Chiese sconsacrate o navi mercantili divenire loft o prestigiosi negozi.

Ma per coloro che sono seriamente intenzionati ad acquistare o più semplicemente a trasferirsi, in un loft tentiamo di compiere un’analisi sugli aspetti positivi e negativi di questa scelta comunque coraggiosa.

Fondamentalmente i problemi di queste strutture, sono legati alla loro originaria destinazione d'uso che prevedeva grandi spazi aperti e luce in abbondanza, e pertanto non sempre preposti a rispondere alle obiettive necessità di una casa, primo fra tutti il comfort termico o il bisogno di schermare una luce molto spesso eccessiva e ripararsi da eventuali sguardi indesiderati.

Per cui, se siete persone riservate e amate l’intimo spazio raccolto, beh.. questa tipologia non fa per voi; poichè i loft debbono condividersi nel principio, nell’idea forza di vivere l’unicum dimensionale. Il tutto in uno, ove la privacy non deve costituire un limite,va accettato dunque un luogo ove vivere, mangiare, dormire, rilassarsi, studiare, lavorare,e,contemporaneamente, raccogliere gli amici in un unico spazio.

Certo il fascino che ne deriva non è cosa da poco, ma i più ritengono che questi ambienti siano molto più belli quando “appartengono agli altri”, ma viverci è tutto un altro dire. La mia opinione dissente da ciò, poiché il grande spazio in genere incentiva il desiderio di creatività, in altre parole si hanno molteplici occasioni (nel bisogno di colmare i vuoti) di porre in essere cose e situazioni come in un grande glossario del proprio desiderio.

Collocare in un posto piuttosto che un altro un oggetto-ricordo o frutto d’altrui memoria, il cosiddetto “trovante spirituale”, permette a questo luogo di divenire personalissimo: chiara fotografia di quel proprio essere che negli spazzi costretti non trova sfogo.  Cucirsi addosso un ambiente siffatto, può essere molto divertente perché esso si racconta da solo, senza commenti; ogni cosa ed oggetto avranno una voce sibillina e al contempo assai espressiva.

Lo spazio a superficie libera e continua, soprattutto se di notevole altezza, evoca sempre per assunto la libertà, ma quella da vivere tout-court , e oggi ne abbiamo tutti un po’ bisogno. Non ci rimane che sognare!

written by Walter Angelico

Emanuele Walter Angelico, architetto PhD, si laurea a Palermo dove vive e lavora – è docente in Architettura e si occupa di tecnologie e di design. Completano la formazione e figura di Ricercatore/Progettista una intensa attività di partecipazione a Convegni Nazionali e Internazionali, unitamente alla pubblicazione di articoli e saggi su volumi e riviste di settore.

 

 

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